Preghiere

La preghiera è un atto di fede, un momento intimo in cui parlare con Dio e ascoltare ciò che Lui ha da dirci.

Le preghiere più belle

Preghiere

un atto di fede a dio

Le preghiere sono un modo di cercare l’unione con Dio. Una pratica che esiste in molte religioni e che si compie rivolgendosi con la parola o col pensiero alla dimensione sacra e divina. 

Esistono diversi scopi della preghiera: invocare, chiedere soccorso, chiedere una grazia, chiedere perdono, lodare, ringraziare, santificare, esprimere devozione.

Per le preghiere è bene avere il cuore puro e unito a Dio. Non bisogna pregare per raggiungere scopi terreni o malvagi. La preghiera stessa è purificazione agli occhi di Dio. Inoltre, le preghiere possono essere personali o comunitarie, libere o liturgiche. 

In base al contesto e al luogo in cui si prega, la preghiera può essere privata o pubblica (fatta a proprio nome o a nome di una comunità). Pregare può alleviare ciò che affligge il cuore, togliere le ansietà e chiarire le idee, oltre che tendere alla ricerca di una pace interiore.

Origine delle Preghiere

la pratica che alleggerisce il cuore

In epoca primitiva, le preghiere erano più una forma di invocazione, un modo di reagire affinché le cose andassero come si voleva. Non vi era nessuna forma di ricongiungimento spirituale o ricerca del sacro. 

“Nella preghiera l’uomo espone a Dio la sua miseria, e in essa Dio reca all’uomo comunione ed aiuto” (A. Sabatier).

Ed è proprio questa l’essenza della preghiera, la sua origine. Un modo di manifestare la nostra condizione, in modo pacato e chiedere a Dio di migliorarla, ringraziandolo e considerando sempre che, in ogni caso, si compia la sua volontà. 

Fortemente radicate nel cristianesimo, le preghiere sono spesso indicate nella Bibbia: sia nel vecchio Testamento, sia nei Vangeli.

“non siate in ansietà per cosa alcuna, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio mediante preghiera e supplica, con ringraziamento” (Filippesi, 4:6-7); “non cessate mai di pregare” (1 Tessalonicesi 5:17); 

“siate dunque moderati e sobri per dedicarvi alle preghiere” (Pietro 4:7); “perseveranti nella preghiera” (Romani 12:12);

Il vescovo e teologo San Giovanni Crisostomo, spiegò molto bene cosa significasse la preghiera. 

La descrive come una pratica di cui fare un’abitudine quotidiana, poiché apre un dialogo tra noi e Dio. Le preghiere, come detto, servono a recare ed infondere calma e serenità, a lodare e ringraziare, mostrare devozione e celebrare. 

Nel tempo, diverse forme di preghiera hanno avuto origine nel cristianesimo: 

A chi ci si rivolge quando si prega

apri il tuo cure a dio

Una delle preghiere più ricordate è quella che lo stesso Gesù Cristo insegnò ai propri discepoli: la preghiera del Padre Nostro.

In questa particolare preghiera, vi sono molte delle intenzioni che abbiamo elencato poco sopra:

Bisogna pensare a Dio come un’entità sempre viva, tra noi. Se lo riteniamo un fatto storico o qualcosa di passato, non potremo mai avere un rapporto sincero con Lui.

Le preghiere sono consacrate unicamente a Dio, come stabilito dal Concilio di Trento (1546-1563). Le preghiere rivolte ai santi o alla Vergine Maria, devono sempre essere delle preghiere di venerazione e non di adorazione.

In particolare, si deve ricercare l’intercessione dei santi, per ottenere il bene dei credenti. Il culto della Madonna è sempre diretto verso Dio e verso il prossimo.

La preghiera, oltre che un atto di devozione o lode, è un atto liturgico e le intenzioni di preghiera sono sempre rivolte a qualcuno. Ogni mese nel cattolicesimo è dedicato alla preghiera verso un protagonista delle fede.

Con quale frequenza pregare

loda il signore quando il tuo cuore lo richiede

Il rapporto con Dio va coltivato giorno dopo giorno, non va cercato solo quando siamo alla fine della nostra esistenza. Dio ci ascolta e ci vede, rispondendoci in molti modi diversi: con accadimenti, recandoci delle sensazioni positive ed in altri modi inimmaginabili.

Non c’è un tempo esatto per pregare. Bisogna poter santificare tutto il tempo della nostra giornata con le preghiere. In realtà, per la preghiera personale non vi è mai una regola o un’ora predefinita. Qualsiasi ora è buona per essere accolti da Dio con il cuore predisposto e un’immensa fede.

Esiste, tuttavia, una liturgia della preghiera che individua nelle ore mattutine e in quelle serali, i momenti ideali per rivolgersi a Dio in preghiera. All’alba e al tramonto, per restare nella tradizione liturgica.

Le lodi del mattino e i Vespri sono le preghiere principali. Esistono anche altri momenti di preghiera, che scandiscono le ore del giorno (le 9, le 12, le 15). Prima di dormire c’è una preghiera detta la Compieta.

Molte di queste preghiere sono adatte alle comunità, poiché includono la recita dei Salmi, unendosi in compagnia si avrà una delle esperienze spirituali più appaganti.

Perché pregare

La preghiera è la cura per l'anima

La preghiera rappresenta un atto di fede. La volontà di pregare non sarà mai vuota, né una mera forma egoistica, perché contribuisce a diffondere il bene nella vita delle persone.

la preghiera che viene dal cuore e perpetrata in modo costante, avrà degli effetti incredibili sulla nostra vita, incidendo sul nostro benessere spirituale.

La preghiera ha lo scopo di adorare Dio, di rendere grazie e di presentare lui le nostre richieste e ansietà senza pretese, anteponendo sempre la sua volontà. 

Le esperienze spirituali si rispecchiano nella preghiera.

“La preghiera è uno stato durevole del cuore, che come tale ha anche durevolmente in sé stesso il suo adempimento ed esaudimento” (H. Siebeck). 

Non esiste un modo giusto per pregare. Da soli o con altri, per se stessi o per altri, pregare è il modo di legarci al divino, in modo umili, con il cuore sincero e puro.

“Sia libero discorso, sia preghiera formulata, sia inno cantato da uno solo o da tutti assieme, sia lieve mormorio, sia silenzioso pensiero, sempre la preghiera è l’espressione naturale dell’uomo religioso, che cerca la comunione con la divinità, desidera il suo aiuto e appoggio, vuol renderle noti i suoi desiderî e bisogni. Non esiste infatti una religione, per quanto primitiva possa essere, in cui essa non ricorra” (C. P. Tiele).