Santuario di Medjugorje: tra storia e fede

Santuario di Medjugorje

Il Santuario di Medjugorje è stato, negli anni, simbolo di tanti momenti attraversati dagli abitanti della piccola cittadina bosniaca e, da sempre, ha avuto la funzione di rifugio, facendo sentire al sicuro chiunque avesse avuto bisogno. In quel posto e nei luoghi ad esso collegato, si respira la pace e l’armonia che è propria di Medjugorje oggi.

Da quel 25 giugno 1981, in cui sei ragazzi di Medjugorje vedono e parlano alla Madonna, sono cambiate tante cose in quel posto, ma la fede e la presenza della Vergine è sempre lì presente.

Un posto che sa accogliere e consolare fedeli in pellegrinaggio a Medjugorje, da qualsiasi parte del mondo, capace di far vivere a ciascuno la propria spiritualità, senza frenesia o costrizione, dando tempo e spazio per avvicinarsi alla Regina della Pace, come viene chiamata la Madonna di Medjugorje.

Il Santuario di Medjugorje e la sua parrocchia hanno una storia difficile, come gli anni che la penisola balcanica ha attraversato nel ventennio che va dagli anni 80 al 2000, in cui i fratelli non erano più fratelli e si moriva per colpa di ciò che si era.

Ma il Santuario è anche altro: spazi per l’adorazione, canti di Medjugorje, testimonianze dei veggenti, accoglienza per i pellegrini e cura dei propri parrocchiani. Ripercorriamo insieme la storia di questa parrocchia, guardando da vicino gli spazi e le attività che vi si svolgono quotidianamente.

Insieme a Medjugorje

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Santuario di Medjugorje: la storia

La cittadina di Medjugorje si trova in Bosnia-Erzegovina, precisamente, a 25 km da Mostar, a cui fa riferimento come diocesi. Medjugorje, in slavo “regione tra i due monti”, è una parrocchia cattolica nella quale, la parte pastorale, è affidata a sacerdoti francescani.

La regione è abitata, per lo più, da croati che hanno abbracciato il cristianesimo, che fondarono la parrocchia nel 1892. Dedicata a San Giacomo apostolo, protettore dei pellegrini, la prima chiesa risale al 1897.

Fino a quegli straordinari avvenimenti, del 1981, il Santuario di Medjugorje e la parrocchia conducevano una vita regolare e tranquilla, seppur il regime comunista fosse molto rigido su tanti aspetti della vita spirituale dei fedeli.

Fu proprio il pellegrinaggio, dopo le apparizioni di Medjugorje, che diede una svolta alla cittadina. La morsa della dittatura comunista, negli anni 80, in quasi tutta la penisola balcanica, era molto forte, tanto che i primi fenomeni mistici erano visti di cattivo occhio e gli stessi veggenti furono più volte interrogati e minacciati, affinché ritrattassero o confessassero di essersi inventati tutto. Ma i sei ragazzi erano fermi e avevano le rassicurazioni della Madonna, che ogni giorno parlava loro.

Santuario di Medjugorje 1

Il Santuario di Medjugorje: i parroci

Oltre all’aiuto spirituale della Madonna, in quei tempi, i sei ragazzi ricevettero, e continuano a ricevere, una grande aiuto dai sacerdoti che servono la parrocchia e il Santuario di Medjugorje. Vediamo quali sono le loro storie.

Padre Jozo Zovko

Una figura molto importante, quella di Padre Jozo Zovko, che protesse con tutto se stesso i sei veggenti. Nei giorni delle prime apparizioni, tra il 24 e il 26 giugno 1981, Padre Zovko, allora parroco del Santuario di Medjugorje, era fuori città. Gli giunsero subito le voci di ciò che stava accadendo nella sua parrocchia, con centinaia di persone che si radunavano al colle Podbrdo, per assistere all’estasi di questi sei ragazzi.

La sua reazione iniziale fu di incredulità e perplessità. Una volta precipitatosi a Medjugorje, per appurare la questione, parlò coi sei ragazzi. Una volta capita la loro fermezza, la loro sincerità e l’amore che avevano negli occhi quando parlavano della Madonna, capì che erano degni di fede. Li appoggiò, dapprima non pubblicamente, ma si rese disponibile ad aiutarli e ad aprire loro la Chiesa a qualsiasi tipo di protezione.

Vediamo come egli stesso racconta quell’episodio, durante una catechesi del 1996:
““I veggenti sono venuti da me e mi hanno detto: “Padre, noi vediamo la Madonna.” Ma io non ho creduto. Chi poteva credere ad una cosa simile? Però non li ho rifiutati. Ho detto: “ Bene, andiamo a parlare”. Ho parlato tutto il sabato pomeriggio con ciascuno di loro, a quattr’occhi e ho registrato tutto quanto ci siamo detti. E poi, ho ascoltato la registrazione per tutta la notte. Ma che cosa ho ascoltato? Niente, perché non ero aperto ad ascoltare. I veggenti pieni di entusiasmo mi hanno raccontato la loro esperienza, ma io ero sempre più triste e non vedevo, perché pensavo che fossero stati i comunisti ad organizzare tutto per screditare la Chiesa…”

Successivamente, pur ponendo fiducia in loro Padre Zovko, si aprì completamente al volere della Madonna, come racconta in questo estratto del 1999:

“All’inizio delle apparizioni a Medjugorje Lei ha fatto segni stupendi e indimenticabili con la croce che è posta in cima al monte Kricevac. Nella prima domenica di Giugno, alle otto e mezzo di mattina, un uomo mi ha chiamato e mi ha detto: ‘Guarda Padre sulla montagna della Croce!’ Ho guardato e l’ho vista piena di luce e da questa luce usciva la Madre. Abbiamo sentito nel profondo del nostro cuore queste parole che anche ieri ha detto Cristo prima di morire: ‘Ecco la tua madre’. Allora, anche per noi risuona: ‘Ecco la tua madre’. Tutti noi quella domenica mattina abbiamo visto lo stesso: la Madre sotto la croce. Dopo pochi e forti avvenimenti reali, segni fortissimi, abbiamo visto di nuovo la croce del monte mostrata con un grande messaggio ‘Mir’. Usciva dalla parte sinistra della croce, dal braccio sinistro e stava scritto Pace, Mir. Con lettere ardenti usciva dalla croce. Tutti noi ci siamo inginocchiati e nessuno aveva il coraggio di alzare gli occhi verso la montagna o correre via, scappare. Nessuno aveva idea di cosa fare, siamo rimasti scioccati”. 

L’episodio determinante, che decretò la completa fiducia di Padre Zovko, avvenne mentre lui stesso stava pregando, cercando conforto in Cristo per dargli la forza di credere e capire cosa stava succedendo, se davvero quei sei ragazzi dicessero la verità. Ecco il ricordo di quel giorno:

“All’improvviso ho sentito una voce reale che mi diceva ‘Va e salva i ragazzi! Subito mi sono alzato dalla panca e sono corso fuori . Verso di me correvano i veggenti e mi hanno detto ‘Aiutaci, la polizia ci sta cercando!’ Li ho portati in canonica e li ho nascosti. E’ arrivata la polizia e mi ha chiesto se avessi visto i ragazzi. Io ho detto che erano andati verso la canonica e i poliziotti se ne sono andati”

Padre Zovko protesse i ragazzi come fossero dei figli e per questo, fu condannato a 18 mesi di carcere duro in Jugoslavia. Oggi Padre Zovko è ancora un grande sostenitore di Medjugorje e un testimone diretto di quei miracoli.

Padre Petar Ljubicic

Padre Petar Ljubicic è nato a Prisoje, nel 1946. All’epoca delle apparizioni aveva 35 anni e, quando la veggente Mirjana ebbe l’incarico di scegliere un sacerdote per la rivelazione dei segreti, scelse lui. Padre Ljubicic, dopo un iniziale rifiuto, per un discorso di giurisdizione (era infatti affidato ad un’altra parrocchia), fu felice di accettare una volta trasferito a servire presso il Santuario di Medjugorje. Come si sa già, quando si starà per realizzare un segreto, Mirjana e il Padre Ljubicic, dieci giorni prima che si verifichi, digiuneranno e pregheranno insieme, tre giorni prima che si avveri la profezia, lui stesso rivelerà il contenuto del segreto.

A proposito di Medjugorje, anche Padre Ljubicic pone profonda fede nei fatti avvenuti e li reputa miracolosi.

“Ho descritto le mie esperienze personali con i tanti pellegrini di Medjugorje nei libri “La chiamata della Regina della Pace” e “Questo è il tempo della grazia”. Intanto, da oltre dieci anni, vivo all’estero e incontro persone che mi testimoniano come non potrebbero più immaginare la loro vita senza la Regina della Pace. Parlano di indescrivibili giorni di grazia a Medjugorje. Alcuni, che soffrivano di malattie inguaribili, sono stati guariti. Questa è una prova che a Medjugorje Dio è all’opera con l’intercessione della Madonna.”

Monsignor Hoser

Monsignor Henryk Hoser non è propriamente un parroco di Medjugorje, ma ricopre, attualmente, un ruolo molto importante. Egli è, infatti, un visitatore apostolico, inviato dal Papa per monitorare le attività di pellegrinaggio a Medjugorje, dal momento che, nonostante le inchieste sulla veridicità mistica delle apparizioni siano chiuse da tempo, non è ancora arrivata una ufficializzazione del culto della Madonna di Medjugorje.  

La sua figura è di grande rilievo perché mostra un’apertura, seppur cauta, da parte del Papa e della Chiesa verso i fatti di Medjugorje, da sempre oggetto di grandi dibattiti e speculazioni, tra fedeli credenti e osteggiatori, anche interni al clero.

Il lavoro di Monsignor Hoser è molto importante nell’ambito del Santuario di Medjugorje, curando e supervisionando l’attività dei pellegrini, come lui stesso spiega in questa intervista, di cui citiamo un passo significativo:
“Il mio lavoro è sviluppare la pastorale di Medjugorje e assicurare che i pellegrini ricevano una buona accoglienza, non solo logistica ma soprattutto spirituale. Si tratta di una sfida molto difficile perché il numero dei pellegrini provenienti da tutto il mondo è molto elevato, hanno bisogno di essere accompagnati nelle loro lingue-madri. Noi abbiamo 16 cabine di traduzione simultanea per le liturgie e le catechesi.”

Monsignor Henryk Hoser muore il 13 agosto nel 2021 a Varsavia, dopo essersi speso fino all’ultimo per Medjugogje.

L’Arcivescovo Monsignor Aldo Cavalli

Poco dopo la sua nomina a Visitatore apostolico, in novembre 2021, in una intervista diceva:

Papa Francesco ha mandato un Arcivescovo solamente per la parrocchia di Medjugorje, e ha dato la giurisdizione su questa parrocchia in modo che tutti quelli che vengono sappiano chiaramente quali sono i punti molto positivi di questo fenomeno di Medjugorje che il Papa e la Chiesa universale vedono con tanto affetto e con tanto interesse.

Monsignor Aldo Cavalli nasceva nel 1946 in un paese della provincia di Lecco, nella diocesi di Bergamo.

Santuario di Medjugorje: i luoghi

Il Santuario di Medjugorje è pieno di luoghi di raccoglimento spirituale, oltre che di bellezza e cultura intrinseca. Una panoramica su questi luoghi che fanno parte del polo religioso di Medjugorje.

La Chiesa Parrocchiale di San Giacomo

La chiesa di San Giacomo a Medjugorje è il cuore pulsante della fede di tutta la cittadina. Come detto, la prima versione fu costruita nel 1897, mentre l’attuale Chiesa risale al 1934 e consacrata nel 1969. Attualmente, il parco all’interno del Santuario ricorda il luogo della vecchia chiesa parrocchiale. La Chiesa, nel corso degli anni ha subito varie modifiche per favorire l’accoglienza dei pellegrini.

L’altare esterno

Una di queste modifiche è stata la costruzione dell’altare esterno. Oggi sotto una grande pagoda bianca, costruito nel 1989 per ospitare le migliaia di pellegrini che ogni anno visitano Medjugorje. Ha una capienza di 500 posti a sedere e ospita i grandi raduni estivi, sempre molto affollati.

La Cappella dell’Adorazione

Costruita nel 1991, per accogliere i pellegrini che desiderano adorare in silenzio e raccogliersi spiritualmente con Dio. Nelle ore della mattina, attualmente, accoglie le sante messe per i vari gruppi linguistici, mentre nel pomeriggio è aperta per permettere l’adorazione personale.

Confessionali

Il Santuario di Medjugorje è, anche, luogo della riconciliazione, che tutti coloro che lo vogliono, possono trovare nel sacramento della confessione. A pochi passi dalla chiesa, sono stati, infatti, ristrutturati nel 2001, ben 25 confessionali. Messi a disposizione dei fedeli che vogliono incontrarsi con il perdono di Dio. Quello della confessione è un momento estremamente importante, poiché fa parte delle indicazioni che la Madonna diede mediante i sei veggenti.

Ricordando che, durante l’assoluzione dal peccato, non avremo mai parole di condanna dal nostro confessore, né da parte di Dio. Solo perdono e misericordia.

Spazi di preghiera

Altri spazi di preghiera e raccoglimento spirituale si trovano nei pressi del Santuario di Medjugorje. Dei luoghi dove si può sempre trovare la serenità giusta per pregare e passare dei momenti di solitaria spiritualità.

La Statua della regina della pace si trova sul sagrato della Chiesa, posta nel 1987 e realizzata, in marmo, da uno scultore italiano, Dino Felici. Uno spazio accogliente per poter pregare anche nei momenti di passaggio, tra un’attività e l’altra.

Presso la Statua del Cristo Risorto, si trova uno spazio similare, ma più ampio e agevole, creato attorno alla statua in bronzo, opera di Andrej Ajdic. Qui abbiamo un semicerchio di pochi gradini adibiti alla preghiera.

Presso la Croce di legno, sul lato nord-ovest, della Chiesa si trova un altro spazio in cui è possibile pregare e accendere delle candele.

Conclusioni

Il Santuario di Medjugorje è pronto ad accogliere ogni fedele, ogni pellegrino che vuole trovare la pace e la serenità, il raccoglimento spirituale nel nome della Madonna di Medjugorje, per purificarsi e riconciliarsi con Dio. La preghiera personale è uno dei segni che la Madonna ha indicato essere i principi di una conversione fatta col cuore, insieme alla lettura della Bibbia, il digiuno, la confessione e l’eucaristia.