La basilica di San Pietro, in Vaticano, è forse la chiesa più famosa al mondo, nonché quella più grande. La maggiore, in termini di grandezza, tra le quattro basiliche papali a Roma e centro indiscusso del cattolicesimo, data la sua vicinanza con il Palazzo apostolico, la residenza papale. Essa è anche Cappella pontificia, sede quindi di tutte le celebrazioni più importanti come la Santa Pasqua, il Natale, le canonizzazioni dei santi e la proclamazione dei papi.
Oggi la basilica è una tappa fondamentale di qualsiasi pellegrinaggio a Roma: i fedeli possono ammirare le bellezze della basilica e assistere anche a delle celebrazioni tenute dal papa, la più frequente l'Angelus domenicale. L’imponenza della basilica di San Pietro non è solo architettonica, ma rappresenta davvero qualcosa di significativo e potente, capace di suscitare qualcosa nei cuori di tanti fedeli che la visitano per la prima volta.
Sia gli esterni, che gli interni della basilica hanno attraversato i secoli e sono colmi di storia e arte, oltre che di grande significato simbolico. Ogni parte di questa meravigliosa basilica è fortemente influenzata dalla tradizione cattolica e dalla storia del Cristianesimo, poterla visitare è un atto senza eguali. In questo articolo, ripercorreremo la storia e le origini della basilica, soffermandoci su alcune curiosità artistiche ed architettoniche e sulle innumerevoli opere che si trovano al suo interno e negli annessi Musei Vaticani o al vicino Santuario della Divina Misericordia.
Meravigliosa nel suo apparire da fuori, sin dalla omonima piazza, la basilica di San Pietro rappresenta una delle opere più importanti realizzate tra il 1500 e il 1600. Fu una delle più importanti manifestazioni dell’architettura rinascimentale e vide, nel corso dei decenni, il coinvolgimento di moltissimi artisti del tempo: Gian Lorenzo Bernini, Michelangelo e Raffaello Sanzio.
Il valore dell’intero complesso e delle religioso e delle opere al suo interno è inestimabile e poterle ammirare in una visita guidata è una bellissima occasione. Ecco cosa non perdere durante una visita alla basilica di San Pietro.
Piazza San Pietro fu ideata e realizzata da Gian Lorenzo Bernini, che curò anche il completamento degli interni dopo numerose interruzioni dei lavori. Il suo intento, così come quello del suo illustre predecessore Michelangelo Buonarroti, era quello di esaltare la magnificenza della cupola, a chi raggiungeva la basilica da fuori.
Il disegno della piazza, in seguito a vari abbattimenti e rifacimenti, portava i fedeli, dopo aver attraversato vicoli e stradine, a ritrovarsi davanti uno spiazzo meraviglioso su cui la cupola dominava interamente. Solo dal 1936 vi è la configurazione attuale: l’apertura di via della Conciliazione attenuò, parzialmente, l’intenzione berniniana dello stupore, che voleva suscitare in chi vedeva la cupola per la prima volta.
Il colonnato berniniano, che abbraccia simbolicamente la piazza e i fedeli accorrenti, è composto da 284 colonne di ordine dorico, su cui sono poste imponenti statue di altrettanti santi canonizzati. L’effetto scenico che il colonnato dona alla piazza la rende una delle più belle al mondo, proiettando il genio del Bernini tra gli immortali dell’architettura.
La facciata della basilica, simile a quella del Laterano, e il portico d’ingresso furono realizzati da Carlo Maderno. Le due statue di San Pietro e San Paolo precedono le colonne di ordine corinzio che costituiscono la facciata, lunga 115 metri e alta 54. Sulla balaustra vi sono 13 statue: Cristo, San Giovanni Battista e gli 11 apostoli. La “Loggia delle Benedizioni”, ovvero la finestra da cui il Papa si affaccia per benedire nelle occasioni importanti come la Pasqua, il Natale o il giorno dell’elezione. Sulla sinistra vi è la cella campanaria, sormontata da un orologio e che comprende ben sei campane.
Gli interni della basilica di San Pietro sono tipici dello stile barocco e, oltrepassata la Porta dei Sacramenti, aprono su tre vaste navate.
La principale è lunga 90 metri, larga 26 e alta 44 metri, copre da sola circa 2500 metri quadrati. E’ interamente coperta da una volta a botte e, superato il Baldacchino di San Pietro, culmina nella Cattedra.
Il Baldacchino di San Pietro è un’opera meravigliosa che ha accomunato due artisti rivali: Bernini e Borromini. Si tratta di un ciborio in stile barocco, che risale al 1630, e rappresenta un connubio perfetto tra scultura e architettura. Nato per commemorare il punto esatto della sepoltura del primo papa, San Pietro. Nella liturgia cattolica serve ad indicare il punto focale della chiesa e delle celebrazioni.
La Cattedra detta, anche, cattedra di San Pietro è un trono in legno che sembrerebbe appartenuto allo stesso santo. E’ conservato come reliquia ed adornato in bronzo dorato, fa parte della composizione barocca che Bernini, che riposa a Santa Maria Maggiore, creò all’interno della basilica. L’opera, più precisamente, si trova nell’abside in fondo alla navata centrale. Quattro grandi statue in bronzo, raffiguranti Sant’Ambrogio, Sant’Atanasio, Sant’Agostino e San Giovanni Crisostomo, reggono la cattedra, dietro il trono vi è una grande finestra circolare che dona un effetto luce meraviglioso quando cala il sole.
La Pietà di Michelangelo, risalente al 1499, si trova nella navata destra. Appena entrati, vi è la cappella dove è custodita, sotto una teca di vetro. Una scultura così suggestiva e realistica da diventare una delle più famose al mondo. Un’opera così importante per forma e soggetto, che non può lasciare indifferenti i fedeli. La Madonna che tiene tra le braccia il Cristo morente rappresenta un momento di grande intimità e misericordia. Inoltre, lo stile e il grado di finitezza dell’opera la rendono qualcosa di straordinariamente realistico: il costato del Cristo, la posa così naturale recano all’opera una forza emotiva disarmante.
Costruita tra il 1588 e il 1593 da Giacomo della Porta, che si basò su progetti di Michelangelo, la cupola di San Pietro rappresenta uno dei simboli di Roma e della Chiesa stessa. 135 metri di altezza, 42 di diametro interno e 60 metri di diametro esterno, ben 550 scalini per raggiungere la sommità della lanterna, questi sono alcuni dei numeri sorprendenti di questa significativa opera.
La cupola poggia su un “tamburo” di ben sedici finestre e costituisce, tuttora, un’opera imponente per l’epoca a cui appartiene. La decorazione interna della cupola è altrettanto bella ed importante: utilizzando la tecnica del mosaico sono stati rappresentati Cristo, gli apostoli, importanti papi e santi della tradizione cattolica, donando alla cappella un valore artistico notevole.
I Musei Vaticani, poco distanti dalla basilica, vengono spesso inclusi nei maggiori tour del Vaticano e rappresentano la collezione artistica che nel corso dei secoli è stata accumulata dai papi e dalla Chiesa. Tra le tantissime opere al loro interno, hanno grande importanza gli affreschi, che artisti del calibro di Michelangelo e Raffaello hanno realizzato nelle stanze papali e nella famosa Cappella Sistina. L’ingresso ai musei si trova curiosamente in territorio romano e non in Vaticano, precisamente dagli anni 2000 è stata aperta una porta nelle mura vaticane in Via Vaticano 6.
La varietà e il numero di opere d’arte presenti al loro interno è inimmaginabile, infatti si parla di musei, poiché la vastità di tali opere ha reso necessario archiviare ed organizzare gli spazi e le opere in più categorie e sezioni museali. Si va da opere molto antiche a dipinti o sculture molto più recenti, dal museo numismatico o ad una magnifica e ricchissima biblioteca apostolica. Inoltre, nella visita guidata che molti tour operator prevedono, vi sono delle zone del Palazzo Apostolico aperte al pubblico, tra cui la Cappella Sistina.
La Cappella Sistina, costruita per volere di papa Sisto IV tra il 1475 e il 1481, è il luogo dove sono custodite alcune delle più significative rappresentazioni care alla Chiesa. Gli affreschi del Michelangelo sulla volta del soffitto e sulla parete dietro l’abside, in cui è rappresentato Il Giudizio Universale, sono tra i più famosi affreschi al mondo. Michelangelo e altri artisti come Pinturicchio, Perugino, Botticelli hanno affrescato pareti e soffitto basandosi su famose scene bibliche e altre facenti parte dell’Antico Testamento. Un connubio, quello tra arte e religione, che è sempre stato fortissimo, soprattutto in periodo rinascimentale.
E’ possibile visitare anche la tomba di San Pietro in Vaticano durante il pellegrinaggio a Roma, in tutti i periodi dell’anno. Essendo una delle mete di pellegrinaggio predilette dai fedeli di ogni parte del mondo, molto spesso, le file per l’ingresso gratuito sono interminabili e non è possibile la prenotazione. Durante le celebrazioni papali è possibile acquistare dei biglietti per assistere, purché vi sia un comportamento ed un abbigliamento consono e rispettoso del luogo.
Il consiglio è di affidarsi ad un tour operator organizzato per avere agevolazioni e sconti per gruppi, altrimenti preferite di fare la visita alla Basilica la mattina presto, evitando così l’eccessiva fila delle ore di punta. E’ possibile, inoltre, visitare la cupola di San Pietro, a parte, accedendo da un ingresso laterale e pagando un minimo importo per salire con l’ascensore o dalle scale.
Nel corso dei secoli la basilica di San Pietro è stata soggetta a diversi rifacimenti che hanno visto protagonisti moltissimi architetti. La basilica, come la conosciamo oggi, fu realizzata tra il 1506 e il 1626, tra mille ritardi e polemiche di carattere architettonico. Ripercorriamo la sua storia nei passi più importanti.
La prima versione della basilica risale al IV secolo, all’epoca dell’imperatore Costantino, il quale voleva una costruzione sull’area in cui era stato sepolto San Pietro. La struttura era imponente per l’epoca e prevedeva ben cinque navate ed era arricchita da numerose opere.
Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente e vari saccheggi perpetrati a Roma, nel corso dei secoli, la basilica subì diverse modificazioni ed ampliamenti. Importanti e significative furono quelle volute da papa Niccolò V, nel XV secolo. Per la basilica di San Pietro, in particolare, si ricorda l’ampliamento del transetto e l’introduzione del coro, poco prima dell’altare, su progetto di Bernardo Rossellino, rinomato architetto di quegli anni. I lavori, iniziati nel 1450, si interruppero pochi anni dopo per la morte del papa e i successivi pontefici faticarono a farli riprendere nuovamente.
Fu papa Giulio II, in pieno fermento rinascimentale, che volle riprendere con convinzione i lavori, propendendo anzi, per una totale ricostruzione della basilica, che si ispirasse al modello della basilica veneziana di San Marco. I lavori iniziarono nel 1506 e furono completati nel 1626, per ciò che concerne gli interni. L’esterno, invece, fu completato nel 1667.
L’incarico, dopo lunghe diatribe tra architetti del tempo, furono affidati a Donato Bramante, il quale non lasciò un unico progetto definitivo, ma si affidò a varie ispirazioni e consigli che mutavano di volta in volta. Quel che è certo è che l’idea di base fosse quella di realizzare una grande chiesa, la cui pianta fosse a croce greca e che si contraddistinguesse da una maestosa cupola centrale, simile a quella del Pantheon.
Proprio Raffaello Sanzio subentrò nel 1514 come architetto capo, l’anno prima era deceduto papa Giulio II e poco dopo lo stesso Bramante. Con Raffaello e Sangallo si aprì nuovamente il dibattito sulla pianta definitiva che doveva avere la basilica di San Pietro, cosa che influì sui lavori rallentandoli notevolmente. La morte di Raffaello nel 1520 e il brutale sacco di Roma del 1527, ad opera degli eserciti germanici dei lanzichenecchi, non fece altro che allungare i tempi di completamento di questo immane progetto.
Solo nel 1538, sotto il pontificato di Paolo III, ripresero i lavori di completamento, sotto la guida sapiente di Antonio da Sangallo il Giovane, che fornì un progetto accurato che era una perfetta sintesi delle idee di Bramante, che preferiva una pianta a croce greca e di Raffaello, che propendeva per una pianta a croce latina, inoltre rialzò il pavimento, creando una intercapedine tra la nuova basilica e la precedente dell’epoca costantiniana, creando così quelle che oggi vengono chiamate Grotte Vaticane.
Nel 1546, alla morte di Sangallo, il progetto viene affidato all’ultrasettantenne Michelangelo Buonarroti. Da molte lettere e disegni dell’artista, specialmente dai carteggi con l’amico Giorgio Vasari, si evince come l’artista volesse rimanere fedele alle intenzioni originarie di Bramante, che metteva la cupola al centro di tutto, rifiutando quelle del suo predecessore Sangallo, ritenute troppo vicine allo stile tedesco. L’intervento di Michelangelo, seppur accompagnato da critiche da parte di altri architetti, risultò decisivo, poiché l’artista fiorentino avvio cantieri in diversi punti della basilica, per impedire che, alla sua morte, i successori stravolgessero ancora il progetto. La direzione di Michelangelo fu costellata di polemiche e critiche, ciononostante il maestro fiorentino rimase al capo del progetto fino al 1562, due anni prima della morte. I lavori erano andati molto avanti, ma la cupola non era del tutto finita.
Nel 1564 i lavori sono affidati a Giacomo della Porta, artista e scultore, che dona risalto anche alle cupole minori laterali della basilica di San Pietro, lavorando al progetto fino al 1590. Nel 1603, papa Clemente VIII affidò l’incarico a Carlo Maderno, che ebbe il compito non facile di completare la basilica, in particolare dedicandosi alla facciata, non ancora toccata dal progetto michelangiolesco. Dopo di lui, subentrò Gian Lorenzo Bernini per il rifacimento dei campanili e per la piazza antistante la basilica. Tra molti problemi di stabilità, con alcune modifiche, si raggiunse l’obiettivo di completare la basilica.
Il 18 novembre 1626, papa Urbano VIII consacrò la basilica, dopo oltre un secolo dall’inizio dei lavori di rifacimento. L’esaltazione del pontefice lo portò a volere un sepolcro con una statua in bronzo e a riportare i simboli araldici della sua famiglia sugli altari sotto la cupola.
La visita alla basilica di San Pietro in Vaticano è, come detto, un’imperdibile opportunità da cogliere in qualsiasi pellegrinaggio a Roma. Il valore artistico di questo complesso religioso è davvero incalcolabile, oltre alla grande spiritualità che respira ogni fedele che si avvicina alla magnificenza di questo palazzo. Vedere la Pietà di Michelangelo, la Cappella Sistina e quegli affreschi che lasciano senza fiato, il colonnato del Bernini e il Papa che rincuora e accoglie nella misericordia e nella preghiera.
Visitare la basilica e assistere ad una celebrazione papale è un’emozione da provare per vivere in pieno la tua visita guidata a Roma. Organizza con Pellegrinaggi di fede il tuo viaggio e la tua permanenza a Roma per non perderti nulla della città eterna e del Vaticano.