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Pellegrinaggi di Fede - Dove si tocca il cielo con un dito

Preghiere di sant'Agostino

Di Antonio Di Tommaso
Aggiornato il: Giugno 14 2024
7 minuti
Argomento:
Indice

Ecco alcune delle preghiere di sant'Agostino più belle e amate. La figura di sant'Agostino non è conosciuta solo per la sua grande fede, ma anche perché è un santo che parla al cuore degli uomini attraverso le sue parole di uomo di filosofia e teologia. 

Le preghiere di sant'Agostino vengono usate come intercessione, dialogo e richiesta di grazia al Signore. 

Sant’Agostino è il protettore dei teologi e dei tipografi e le preghiere a lui rivolte sono richieste di guarigione da malattie che colpiscono in particolare occhi e orecchie.

Filosofo, vescovo e teologo romano, sant'Agostino era di origine nordafricana, lingua latina e le sue massime su vita, morte, amore e fede, oltre alle sue preghiere, sono diffuse in tutto il mondo

La sua figura è importante nella comunità cristiana per la sua concezione escatologica dell'Antico Testamento: credeva infatti che Dio si servisse della storia dell'umanità per compiere i suoi progetti di redenzione. 

Le stesse preghiere scritte in questo articolo venivano recitate da santa Rita che fu monaca agostiniana per 40 anni, nel monastero di Cascia.

Tu sei grande, Signore

Tu sei grande, Signore, e ben degno di lode; grande è la tua virtù, e la tua sapienza incalcolabile.

E l’uomo vuole lodarti, una particella del tuo creato, che si porta attorno il suo destino mortale, che si porta attorno la prova del suo peccato e la prova che tu resisti ai superbi. Eppure l’uomo, una particella del tuo creato, vuole lodarti.

Sei tu che lo stimoli a dilettarsi delle tue lodi, perché ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te. (Confessioni I, 1, 1)

Chi mi farà riposare in Te?

Chi mi farà riposare in Te, chi ti farà venire nel mio cuore a inebriarlo? Allora dimenticherei i miei mali, e il mio unico bene abbraccerei: Te. Cosa sei tu per me? Abbi misericordia, affinché io parli.

E cosa sono io stesso per te, sì che tu mi comandi di amarti e ti adiri verso di me e minacci, se non ubbidisco, gravi sventure, quasi fosse una sventura lieve l’assenza stessa di amore per te? Oh, dimmi, per la tua misericordia, Signore Dio mio, cosa sei per me? Di’ all’anima mia: la salvezza tua io sono.

Dillo, che io l’oda. Ecco, le orecchie del mio cuore stanno davanti alla tua bocca, Signore. Aprile e di’ all’anima mia: la salvezza tua io sono. Rincorrendo questa voce io ti raggiungerò, e tu non celarmi il tuo volto. Che io muoia per non morire, per vederlo. (Confessioni I, 5, 5)

La casa della mia anima

Angusta è la casa della mia anima perché tu possa entrarvi: allargala dunque; è in rovina: restaurala; ma chi potrà purificarla, a chi griderò, se non a te?

Purificami, Signore dalle mie brutture, ignote a me stesso, e risparmia al tuo servo le brutture degli altri (Confessioni I, 5, 6)

Cosa amo, quando amo il mio Dio

Ciò che sento in modo certo, Signore, è che ti amo. Folgorato al cuore da te mediante la tua parola, ti amai, e anche il cielo e la terra e tutte le cose in essi contenute, ecco, da ogni parte mi dicono di amarti.

Ma che amo, quando amo te? Non una bellezza corporea, né una grazia temporale: non lo splendore della luce, non le dolci melodie, non la fragranza dei fiori, non la manna e il miele, non le membra accette agli amplessi della carne. Nulla di tutto ciò amo, quando amo il mio Dio.

Eppure amo una sorta di luce e voce e odore e cibo e amplesso nell’amare il mio Dio: la luce, la voce, l’odore, il cibo, l’amplesso dell’uomo interiore che è in me, ove splende alla mia anima una luce non avvolta dallo spazio, ove risuona una voce non travolta dal tempo, ove olezza un profumo non disperso dal vento, ove è colto un sapore non attenuato dalla voracità, ove si annoda una stretta non interrotta dalla sazietà. Questo amo, quando amo il mio Dio. (Confessioni X, 6, 8 )

Io cerco la felicità della vita

Come ti cerco, dunque Signore? Cercando te, Dio mio, io cerco la felicità della vita.

Ti cercherò perché l’anima mia viva. Il mio corpo vive della mia anima e la mia anima vive di te. (Confessioni X, 20, 29)

Sei Tu il nostro vero godimento

Lontano, Signore, lontano dal cuore del tuo servo che si confessa a te, lontano il pensiero che qualsiasi godimento possa rendermi felice. C’è un godimento che non è concesso agli empi, ma a coloro che ti servono per puro amore, e il loro godimento sei tu stesso.

E questa è la felicità: godere per Te, di Te, a causa di Te, e fuori di questa non ve n’è altra. Chi crede che ve ne sia un’altra, persegue un godimento, ma non il vero. (Confessioni X, 22, 32)

Tardi ti amai

Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Tu eri dentro di me ed io ero fuori. Lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Tu eri con me, ma io non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te.

Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace (Confessioni X, 27, 38)

Quanto ci amasti, Padre buono

Quanto ci amasti, Padre buono, che non risparmiasti il tuo unico Figlio, consegnandolo agli empi per noi! Quanto amasti noi, per i quali Egli, non giudicando una usurpazione la sua uguaglianza con te, si fece suddito fino a morire in croce, ci rese, da servi, tuoi figli nascendo da te e servendo a noi!

A ragione è salda la mia speranza in lui che guarirai tutte le mie debolezze. Senza di lui dispererei. Le mie debolezze sono molte e grandi, ma più abbondante è la tua medicina. (Confessioni X, 43, 69)

O Dio, creatore dell’universo

O Dio, creatore dell’universo, concedimi prima di tutto che io ti preghi bene, quindi che mi renda degno di essere esaudito, ed infine di ottenere da te la redenzione.

O Dio, dal quale allontanarsi è cadere, verso cui voltarsi è risorgere, nel quale rimanere è aver sicurezza; o Dio, che abbandonare è andare in rovina, a cui tendere è amare, che vedere è possedere; o Dio, al quale ci stimola la fede, ci innalza la speranza, ci unisce la carità; o Dio, che ci rendi degni di essere esauditi; o Dio, che ci unisci; o Dio, che ci induci alla verità piena; o Dio, che ci purifichi e ci prepari ai premi divini: vienimi incontro benevolo. (Soliloqui I, 1.1-4)

Ormai Te solo amo

Ormai io te solo amo, te solo seguo, te solo cerco e sono disposto ad essere soggetto a te soltanto, poiché tu solo con giustizia eserciti il dominio ed io desidero essere di tuo diritto. Comanda ed ordina ciò che vuoi, ti prego, ma guarisci ed apri le mie orecchie affinché possa udire la tua voce.

Guarisci ed apri i miei occhi affinché possa vedere i tuoi cenni. Allontana da me i movimenti irragionevoli affinché possa riconoscerti. Dimmi da che parte devo guardare affinché ti veda, e spero di poter eseguire tutto ciò che mi comanderai. Sento che devo ritornare a te; a me che picchio si apra la tua porta; insegnami come si può giungere fino a te. Tu mostrami la via e forniscimi ciò che necessita al viaggio.

Se con la fede ti ritrovano coloro che tornano a te, dammi la fede; se con la virtù, dammi la virtù; se con il sapere, dammi il sapere. Aumenta in me la fede, aumenta la speranza, aumenta la carità. (Soliloqui I, 1.5)

Signore mio Dio, mia unica speranza

Signore mio Dio, mia unica speranza, esaudiscimi e fa sì che non cessi di cercarti per stanchezza, ma cerchi sempre la tua faccia con ardore.

Dammi Tu la forza di cercare, Tu che hai fatto sì di essere trovato e mi hai dato la speranza di trovarti con una conoscenza sempre più perfetta.

Davanti a Te sta la mia forza e la mia debolezza: conserva quella, guarisci questa. Davanti a Te sta la mia scienza e la mia ignoranza; dove mi hai aperto ricevimi quando entro; dove mi hai chiuso, aprimi quando busso. Fa’ che mi ricordi di te, che comprenda te, che ami te. Aumenta in me questi doni. (La Trinità XV, 28.51)

Siate vigilanti in ordine alla vostra salvezza

Correte, o miei fratelli, affinché non vi sorprendano le tenebre; siate vigilanti in ordine alla vostra salvezza, siate vigilanti finché siete in tempo.

Nessuno arrivi in ritardo al tempio di Dio, nessuno sia pigro nel servizio divino. Siate tutti perseveranti nell’orazione, fedeli nella costante devozione. Siate vigilanti finché è giorno; il giorno risplende; Cristo è il giorno.

Egli è pronto a perdonare coloro che riconoscono la loro colpa. (Commento al Vangelo di san Giovanni 12, 13-14)

Rientrate nei vostri cuori

Rientrate nei vostri cuori, voi che siete lontani da Dio, e aderite a Dio che vi ha creato. Rimanete stabilmente con Lui e sarete salvi; riposate in Lui e avrete pace.

Dove volete andare? In cerca di sofferenze? Dove volete andare? Il bene che desiderate viene da Lui. (Confessioni IV, 12, 18)

La dolcezza interiore per Dio

Fratelli, fate vostra la mia avidità, partecipate con me a questo desiderio; amiamo insieme, insieme bruciamo per questa sete, insieme corriamo alla fonte di ogni conoscenza.

Presso Dio c’è la fonte della vita, una fonte inesauribile, nella luce di lui c’è una luce che non si oscurerà mai. Desidera questa luce, questa fonte; una luce che i tuoi occhi non hanno mai conosciuto; vedendo questa luce l’occhio interiore si aguzza, bevendo a questa fonte la sete interiore diventa più ardente.

Corri alla fonte, anela alla fonte. (Commento sul Salmo 41, 2)

Restate uniti alla croce di Cristo!

Come vorrei, o miei fratelli, incidervi nel cuore questa verità! Se volete vivere un cristianesimo autentico, aderite profondamente al Cristo in ciò che egli si è fatto per noi, onde poter giungere a lui in ciò che è e che è sempre stato.

È per questo che ci ha raggiunti, per farsi uomo per noi fino alla croce. Si è fatto uomo per noi. (Commento al Vangelo di san Giovanni 2, 3)

Tutto è dono di Dio

Tutti sono doni del mio Dio, non io li ho dati a me stesso. Sono beni, e tutti sono io. E’ buono chi mi fece, anzi lui stesso è il mio bene, e io esulto in suo onore per tutti i beni di cui anche da fanciullo era fatta la mia esistenza.

Il mio peccato era di non cercare in lui, ma nelle sue creature, ossia in me stesso e negli altri, i diletti, i primati, le verità, precipitando così nei dolori, nelle umiliazioni, negli errori. A te grazie, dolcezza mia e onore mio e fiducia mia, Dio mio, a te grazie dei tuoi doni.

Tu però conservameli, così conserverai me pure, e tutto ciò che mi hai donato crescerà e si perfezionerà, e io medesimo sussisterò con te, poiché tu mi hai dato di sussistere. (Confessioni I, 20.31)

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