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Pellegrinaggi di Fede - Dove si tocca il cielo con un dito

Monte Krizevac a Medjugorje, un luogo di Cristo

Di Antonio Di Tommaso
Aggiornato il: Agosto 7 2024
5 minuti
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Indice

Il monte Krizevac dista appena un chilometro dal Santuario di Medjugorje,  ed è anche conosciuto come il Monte della della Croce, nonostante sia un colle che si innalza di 500 metri sul livello del mare. Questo luogo sacro, pur non avendo a che fare con le apparizioni della Madonna, è molto sentito dagli abitanti di Medjugorje e rappresenta una meta visitatissima dai fedeli in pellegrinaggio.

Questo colle, oltre ad essere il più alto punto di osservazione della cittadina, è un meraviglioso luogo di fede e cristianità. Qui, nel 1934, è stata posizionata, infatti, una croce di cemento armato alta circa 9 metri, in occasione dei 1900 anni dalla morte di Gesù. Un modo per ricordare il sacrificio di Cristo e per pregare avvicinandosi alla devozione ed alla conversione. Un altro meraviglioso luogo di raccoglimento come la Croce blu o il Cristo Risorto.

In questo articolo, parleremo del monte Krizevac e della sua storia e di come, oggi, rappresenta una bellissima occasione di sacrificio, fede e spiritualità.

Il Monte Krizevac: la storia

“A Gesù Cristo Redentore dell’umanità, in segno di fede, amore e speranza, in ricordo del 1900 esimo anniversario della Passione di Cristo.” 

Queste parole sono quelle incise nella croce di cemento sul monte Krizevac e rappresentano il sentimento di una città e di una nazione intera. In quell’epoca, il 1934, la divisione culturale e religiosa nei Balcani era molto accentuata. La costruzione e l’innalzamento di queste croce di cemento rappresentava un forte segnale da parte della fazione cattolica.

In particolare, la festa liturgica dell’Esaltazione della Santa Croce, che si tiene il 14 settembre, è molto sentita sia dalla parte cattolica, che dalla parte ortodossa della popolazione. A Medjugorje, però, per concessione del Vescovo di allora, questa festa è celebrata la prima domenica dopo la Natività di Maria, divenendo così una festività con data mai fissa.

Ogni anno, questa festa liturgica, attrae sul monte Krizevac migliaia e migliaia di fedeli che partecipano alla celebrazione eucaristica, sperando di poter toccare anche la croce. Sono momenti di grande liberazione e devozione. Tanti sono i voti e le richieste di grazia, davanti a questa meravigliosa croce bianca.

Il monte Krizevac e la Madonna

Nell'agosto del 1984, anche la Madonna fece menzione del monte Krizevac in uno dei suoi messaggi: “Anche la Croce faceva parte del disegno di Dio quando voi l’avete costruita. Particolarmente in questi giorni recatevi sul monte (Krizevac) e pregate sotto la Croce. Le vostre preghiere mi sono necessarie”.

Un messaggio che ricorda sempre l’umiltà della Madonna che si pone come tramite tra i fedeli e Cristo. Per mezzo della sua intercessione è possibile il perdono, la conversione e la grazia di Cristo. Un luogo, quindi, benedetto anche dalla Gospa che più volte ha ribadito l’importanza della croce e di come rispetto e preghiera dovessero regnare in quel luogo.

La realtà dei fatti purtroppo non è sempre così. Molti fedeli che si recano sul monte Krizevac, infatti, sono stati spesso ripresi per il loro comportamento. E’ un luogo di fede, non uno spiazzo da pic nic, inoltre, di recente è stato riverniciato di bianco il basamento della croce, su cui spesso si tendeva a scrivere con i pennarelli.

La croce del monte Krizevac

Come detto, la croce bianca in cemento armato, alta circa 9 metri e larga 3,5 metri, è opera dei parrocchiani di Medjugorje. La scelta del monte Krizevac, più alto del Podbrdo, è stata fatta proprio per questa ragione: si voleva innalzare questa croce nel punto più alto della cittadina.

Krizevac è anche il nome della Festa di Esaltazione della Croce, che come detto sopra, a Medjugorje avviene in un periodo particolare. Questa festa ricorda il ritrovamento della Santa Croce, la stessa su cui fu crocifisso il Cristo, da parte di Sant’Elena, la quale ne porto parte a Roma, il resto rimase a Gerusalemme.

La croce, simbolo di redenzione e sacrificio, è illuminata nelle ore serali nella settimana in prossimità della festa.

“Gesù ha portato la croce, ha sofferto sulla croce, e con essa ha salvato il mondo”

In uno dei suoi messaggi la Madonna (il 3 Novembre 1981) ricorda questo importante passo della cristianità. Ed è proprio questo il significato della croce: ricordare Gesù, la sua morte terrena per noi peccatori e la sua risurrezione, a significare conversione e nuova vita.

Il percorso per il monte Krizevac

L’ascesa al monte Krizevac, generalmente, si fa in gruppo, non solo per le asperità che si incontrano, ma anche per recitare le 16 tappe del Rosario rappresentate, lungo la marcia, da delle croci di legno. La prima tappa è quella che ricorda l’orto del Getsemani e l’ultima è quella relativa alla resurrezione di Cristo.Ogni tappa merita rispetto perché rappresenta la sofferenza ed il sacrificio di nostro Signore per noi. Ci si raccoglie in preghiera e si riflette sul ruolo di Gesù nella nostra vita.

Il sentiero che porta alla cima del monte è molto più lungo ed impegnativo di quello del Podbrdo. Terreno irregolare, molti sassi, rendono il percorso molto difficile per tutti, nonostante ciò sono migliaia colore che quotidianamente raggiungono la croce bianca  in cima.

L’ascesa è, senza dubbio, impervia e difficile, ma molti, per chiedere la grazia la percorrono a piedi nudi, volendo provare la sofferenza del Cristo nell’ascesa al Golgota. Un segno di grandissima devozione e sacrificio che culmina con la possibilità di accostarsi a Gesù, in un'oasi di pace e preghiera.

Un miracolo sul monte Krizevac

Sono molti i fenomeni mistici o miracoli che tanti fedeli giurano di aver visto sul monte Krizevac. Quasi tutti sono legati alla croce e a dei segni nel cielo che si sarebbero formati in un modo per nulla naturale. Segni mistici nel cielo che stanno a significare la presenza della Madonna in quel luogo.

Tra i tanti c’è la storia di un uomo affetto, da anni, da una terribile forma di asma. Dopo tanti anni e tentativi di cure per stare meglio, aveva perso la speranza. Su consiglio di sua figlia e suo genero, partì con loro per un viaggio a Medjugorje.

Un paio di giorni dopo il suo arrivò, sentì l’impeto di salire sul monte Krizevac, dove aveva sentito esserci questa enorme croce bianca. Suo figlio, anche lui partito in suo supporto, decise di accompagnarlo. Fu un’ascesa molto difficile: l’uomo era costretto a fermarsi spesso per respirare e riposare. Erano partiti di buon mattino per evitare le ore più calde della giornata, nonostante ciò fu per lui molto difficile tutta l’ascesa.

Dopo molto tempo, rispetto agli altri che avevano iniziato l’ascesa con loro, l’uomo e suo figlio raggiunsero la cima e videro la croce bianca. L’uomo, stremato, si accasciò a terra per riposare. Una folata di vento lo ridestò e si mise seduto. Si mise a pregare ed ebbe come la sensazione che qualcuno stesse poggiando le mani sulla sua schiena. Dopo vi fu un’altra folata di vento.

Quando si rialzò, dopo aver pregato ancora, si sentiva già bene. L’asma era sparito del tutto.

Conclusioni

Una meravigliosa esperienza, come quella da vivere sul monte Krizevac,  è davvero indescrivibile. La fatica provata lungo il percorso sarà ripagata dall’enorme emozione che vi coglierà dinanzi alla croce bianca. Un momento per guardarsi dentro e mostrare le ferite dello spirito e del corpo a Cristo, solo pregando intensamente si riuscirà a rimarginarle.

Un famoso messaggio della Madonna ci invita alla preghiera: Cari figli! Oggi vi invito in modo particolare a prendere tra le mani la Croce e a contemplare le piaghe di Gesù. Chiedete a Gesù di guarire le ferite che voi, cari figli, avete ricevuto nel corso della vita a causa dei vostri peccati o di quelli dei vostri genitori. Solo così capirete, cari figli, che al mondo è necessaria la guarigione della fede in Dio Creatore. Per mezzo della passione e della morte di Gesù in Croce comprenderete che solo con la preghiera potrete diventare anche voi veri apostoli della fede, vivendo, nella semplicità e nella preghiera, la fede che è un dono. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!  (25 Marzo 1997).

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