L’acquasantiera fa parte dei sacramentali, cioè segni istituiti dalla Chiesa, e risale all’XI secolo: è una vasca/recipiente in pietra dentro cui si trova l’acqua per l’aspersione dei fedeli, di oggetti o di ambienti interni.
Fu Papa Leone IV introdusse l’aspersione domenicale dei fedeli con l’acqua santa custodita nell’acquasantiera.
Le acquasantiere possono essere a parete (dette a labbro) oppure isolate su un sostegno (colonna, piedistallo), fisse o portatili (nel caso di utilizzi privati e domestici).
Il materiale di cui è composta è solitamente la pietra da taglio: larga e poco profonda, la classica acquasantiera è rivestita internamente da marmo o alabastro.
L’acqua santa si usa per consacrare, benedire ed esorcizzare, San Josemaría Escrivá diceva: “Mi chiedi perché ti raccomando sempre, con tanto impegno, l’uso quotidiano dell’acqua benedetta. Potrei offrirti molte ragioni. Ti basterà sicuramente questa della santa di Avila: ‘Da nulla fuggono i demoni, e per non far ritorno, più che dall’acqua benedetta’ (Cammino 572)”.
Ad oggi le acquasantiere ci accolgono all’ingresso di qualsiasi chiesa cristiana anche se, durante il periodo pandemico, furono svuotate per motivi di igiene e sicurezza, come si legge nell’articolo di Famiglia Cristiana.
L’acqua santa ha un doppio significato: ci ricorda del Battesimo, quando siamo stati consacrati in Cristo e siamo diventati suoi figli, e rappresenta un simbolo di purezza e pulizia spirituale.
Ci ricorda inoltre l’acqua fluita dal costato di Cristo che sconfisse il diavolo nel giorno della sua crocifissione.
La sua funzione non è insita nell’acqua stessa ma deriva dall’effetto spirituale che Cristo stesso diede alla Chiesa.
Di conseguenza l’effetto spirituale si unisce alla materialità dell’acqua e si traduce nell’effetto consacratore.
Consacrare, benedire ed esorcizzare sono azioni riservate a un ministro ordinato e/o amministrate sotto il suo orientamento. La Chiesa utilizza la cosiddetta “acqua viva” delle acquasantiere nelle esequie: si cospargono i feretri per accompagnare i defunti verso la vita eterna.
L’acqua santa inizialmente veniva attinta dalle chiese per proteggere le case dalle influenze maligne e per farsi il segno della croce.
Veniva conservata in piccoli contenitori, riconosciute come acquasantiere domestiche, e usate per esprimere religiosità, pregare ed eseguire le pratiche devozionali private.
Già dal XVI secolo ai primi decenni del secolo XX le acquasantiere erano largamente diffuse in tutti gli strati sociali della comunità cristiana.
Usati sia da rappresentanti del clero che da laici, nobili o plebei, rappresentavano un simbolo sacro all’interno dello spazio domestico.
Nell’Italia settentrionale o centrale troviamo una produzione di acquasantiere in ceramica (metà del XVIII secolo), mentre nel territorio veneziano nel XIX secolo si ebbe la produzione di quelle in vetro.
Fra il XV e il XVI secolo si ebbe la comparsa delle acquasantiere domestiche. Dal XVII secolo diventano complementi d’arredo delle cappelle private di famiglie aristocratiche, mentre nel corso del XVIII secolo entrano nelle camere da letto di tutti i ceti sociali.
Poste accanto al letto per l’aspersione mattutina e serale, prima di recitare le preghiere giornaliere.
Le acquasantiere si potevano trovare anche all’entrata delle case, per accogliere gli ospiti.
All’inizio della seconda metà del XVIII secolo si assistette all’aumento della fabbricazione delle acquasantiere domestiche con prezzi più abbordabili e la crescita delle vendite.
I sacramentali sono particolarmente potenti in casa: se usati nel modo giusto, ovvero con spirito di fede e come sprone spirituale, possono ispirarci a condurre una vita che sia esempio di fede in Dio e proteggerci dal male spirituale.
Collocandola in diversi punti della casa la nostra attenzione sarà sempre concentrata su Cristo, mantenendoci puri e scongiurando qualsiasi influenza del maligno che arrivi dall’esterno o da pensieri impuri.
Le acquasantiere possono essere collocate sulle pareti di casa per benedirsi durante la giornata.
Posizionarle accanto alle porte che danno verso l’esterno della casa o anche nelle stanze da letto dei propri familiari, consentono di benedirsi appena svegli, prima di recitare le preghiere della sera, appena rientrati e prima di uscire.
All’ingresso in particolare, come già visto, accolgono noi ed i nostri ospiti al rientro a casa.
La scelta è molto vasta grazie a diversi materiali di cui le acquasantiere sono composte, gli stili e le modalità (da parete o da tavolo per quelle domestiche).
Vediamo quali scegliere, le caratteristiche ed i costi.
Per quanto riguarda le versioni da parete, l’acquasantiera in ceramica è una della acquasantiere più comuni da trovare in ambito domestico. Gli stili sono tanti quanto i gusti, i prezzi vanno da una decina di euro fino a qualche decina.
L’acquasantiera in ottone che sia dorato, argentato o nichelato, ha già dei prezzi più alti, andando da qualche decina di euro a qualche centinaio.
Concludiamo questa sezione con l’acquasantiera in argento: i prezzi vanno da una cinquantina di euro a qualche centinaio anche qui.
L’acquasantiera da tavolo è già meno comune di quella da parete, ma si può trovare anch’essa in diversi materiali come porcellana e leghe metalliche. I prezzi in questo caso salgono e partono da un centinaio di euro in su.